Conferenza di Lucia Angelini, ospite del Garden Club di Ferrara. Introduzione di Paola Roncarati

21 aprile 2022, Biblioteca Bassani

Lucia Angelini, ospite del Garden Club di Ferrara, vincitrice del concorso “Radicepura Garden Festival” e premiata con riconoscimento dalla rivista Gardenia.

Introduzione di Paola Roncarati

L’architetta Lucia Angelini è la vincitrice del primo premio nella terza edizione (2021) della biennale Radicepura Garden Festival, concorso internazionale che si tiene nel monumentale parco botanico di Giarre (Catania) ed è destinato a giovani concorrenti che si impegnino a progettare e a realizzare “giardini temporanei”. Nel 2021 si è declinato il tema:Giardini per il futuro”. Lucia Angelini si è imposta con il progetto “Il giardino lineare. Una nuova idea di verde urbano” che, rispettando la biodiversità, fornisse l’elemento/chiave dell’abitare la città futura. Al giardino selezionato come più originale viene altresì attribuito il premio della rivista Gardenia che, dopo una verifica dello sviluppo del progetto di lì a qualche mese, accerti la felice riuscita (e tenuta) dello stesso. Anche questo riconoscimento è andato alla nostra concittadina Lucia Angelini. Ne siamo giustamente orgogliosi.

Quello che preme particolarmente è sottolineare l’aggettivo ‘urbano’ del titolo della sua proposta: da intendere come attenzione massima della città allo sviluppo sostenibile dal punto di vista delle relazioni tra “dimensione umana” e “ambiente dell’abitare” in cui viviamo tutti insieme, il che comporta:

  1. l’aspetto politico, cioè lo stare insieme nella polis, oggi diventata sofferente “grumo abitativo” in cui le piante si prestano ad essere elementi curativi, oltre che un ristoro;
  2. l’aspetto identitario, come salvaguardia delle nostre radici culturali occidentali, sia pure nella consapevolezza delle inevitabili e interessanti contaminazioni con l’Oriente, dal Medioriente all’Oriente estremo; anche se lo spirito del premio è individuare un punto di vista occidentale e, specificamente, mediterraneo (che è di per sé multiculturale).
  3. la memoria, perché si progetta in luoghi già abitati e, quindi, ricchi di storia. Va sottolineato come, secondo molti studiosi, la pianta autoctona non ha più diritto di prelazione nella scelta delle piantumazioni, giacché oggi si sceglie la pianta “resistente”, benché non autoctona. In un viaggio recente compiuto tra i giardini irlandesi mi ha colpito che nell’Orto botanico di Dublino si studi la resistenza delle piante australiane all’incrudescenza climatica, ai fini di un futuro inserimento anche in ambiente nordeuropeo.
  4. il concetto di luogo, su cui riversiamo la nostra percezione -anche e soprattutto estetica- di paesaggio urbano.
Progettare, dunque, diventa una relazione multiculturale e -per tanti aspetti- multidisciplinare da non sottovalutare, quando si miri al rispetto del “luogo” e, nello stesso tempo, all’arte del “fare” paesaggio. Una sfida, dunque, per la razionalità umana che si interroghi sul futuro di una città “in movimento”.

L’anno 2020/2021 è stato proclamato “Anno Internazionale della salute delle piante” dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’Agricoltura (FAO), che ha poi deciso di proclamare il 12 maggio la data che celebra -annualmente- la salute delle piante per la salute del pianeta. Le malattie delle piante causano enormi perdite economiche e affamano popolazioni intere, obbligando i migranti economici ad aggiungersi ai migranti climatici e alle vittime di guerre: spostamenti di masse umane che ormai sono la vera emergenza in questo terzo millennio. Una proclamazione nell’ottica dell’imprescindibile valore dell’ONE HEALTH, vale a dire di UNA SALUTE per tutte le vite sul pianeta; si apre una sfida globale per raggiungere il secondo obiettivo dell’Agenda 2030 (FAME ZERO!), gestendo in modo sostenibile anche il discusso connubio parassiti/pesticidi.

Nell’ottica del premio del Radice Garden Festival prevale una visione biologica ed olistica, con la pianta come protagonista principale: quali piante si prestano ad essere scelte nelle future pianificazioni? Ce ne parlerà una giovane progettista, che per età e formazione ha necessariamente lo sguardo rivolto al nostro (ma soprattutto al suo, di giovane vita) incerto futuro.

Garden Club Ferrara